Andrea Carpita


Andrea Carpita si laurea in Pittura presso l’Accademia delle Belle Arti di Carrara, città dove attualmente vive e lavora. Racconta l’artista: “fin da subito, ho pensato che le opere che mi accingevo a compiere dovessero apparire come un ciclo di immagini colte in maniera casuale e caratterizzate da un taglio di tipo fotografico: ognuna doveva rappresentare il dettaglio di un’immagine o di un avvenimento più ampi, aventi quale unica qualità specifica l’aver colpito, per qualche motivo, la mia attenzione. Nessuno di questi lavori si proponeva dunque di raffigurare accadimenti particolarmente singolari o significativi, poiché l’idea che mi guidava era quella di isolare una serie di ‘fotogrammi’ dal flusso continuo di immagini che, nel corso di una giornata, investe lo sguardo di una persona.Il ciclo Frames doveva inoltre rappresentare un modo per dare consistenza a un’intenzione che da tempo avevo deciso di assecondare: quella di esprimere, con il mio lavoro, l’elemento autobiografico. Un’intenzione ulteriore era quella di riuscirci senza necessariamente rappresentare me stesso. Ho iniziato a pormi alcune domande: se i miei occhi si imbattono in un’immagine di Instagram, non posso comunque ritenere che questa sia un frutto del mio osservare? Non è qualcosa che potrei vedere io stesso? Non è forse un’immagine che viene catturata dal mio occhio per poi essere filtrata, elaborata e ricontestualizzata dal mio sguardo? Ecco, trovo che le opere di Frames si siano sviluppate a partire proprio da questo tema: il mio sguardo. Il processo di elaborazione che ne è seguito ha avuto perciò il mio occhio quale suo ideale centro, attorno al quale ha preso progressivamente forma un repertorio di momenti e situazioni: immagini randomiche, scelte inconsciamente dallo sguardo ma destinate a rientrare in una struttura preordinata, affinché dalla loro relazione potessero scaturire dei potenziali racconti connotati da una ‘trama’ elusiva. Il ciclo Frames doveva inoltre rappresentare un modo per dare consistenza a un’intenzione che da tempo avevo deciso di assecondare: quella di esprimere, con il mio lavoro, l’elemento autobiografico. Questo progetto, in ultima analisi, può essere interpretato come un tentativo di realizzare la storia di uno sguardo: una storia strutturata in fotogrammi e capitoli che, pur non dando luogo a una sequenza ordinata nel tempo, delineano una continuità di ordine concettuale”. Andrea Carpita ha preso parte a numerose mostre personali e collettive in Italia, presso il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, al MAC Museum of Contemporary Art di Lissone e ha esposto a Parigi, Bruxelles e New York. Le sue opere sono incluse in prestigiose collezioni private.