Carlo Cane


Il lavoro di Carlo Cane è un lavoro raffinato, esteticamente evoluto dove tecnica, virtuosismo e talento si fanno da parte per lasciare spazio alla declinazione poetica. Il tutto permettendo al visitatore ampio spazio di coinvolgimento. Carlo Cane nasce a Valenza (AL) nel 1951. Si è formato artisticamente alla scuola privata di Giulia Pace Zelaschi. In seguito ha frequentato lo studio del pittore Gian Paolo Cavalli affinando la propria tecnica coloristica. Nel 1994 inaugura la sua prima e significativa personale a Casale Monferrato, cui fanno seguito esposizioni collettive e personali. Oggi considerato reale protagonista della scena contemporanea, ha un mercato diffuso oltre che in Italia anche in Inghilterra, Spagna, Stati Uniti, Hong Kong e Sud-Est asiatico. Ha partecipato a due edizioni della Biennale di Venezia ed è considerato una delle realtà artistico culturali fra le più interessanti degli ultimi 20 vent’anni. Nelle sue architetture urbane, Carlo Cane mostra la sua appassionata visione di habitat ideale in cui uomo e natura approdano ad una surreale ma necessaria coesistenza. Un viaggio in una dimensione fuori da ogni logica spazio-tempo, dove tutto appare come sospeso nel vuoto, sorretto unicamente da quel filo invisibile che io chiamo “sogno”. Le opere di Carlo Cane vanno ad indagare e interpretare il rapporto come spazio di confine tra uomo e natura, elemento questo essenziale e imprescindibile per la vita umana. Moderni edifici metropolitani dalle geometrie assolute e dalle tinte neutre da cui esplodono rigogliose vegetazioni dai verdi dirompenti, dove insetti e animali si affacciano come a volersi rimpossessare dello spazio perduto: un’esperienza di realtà riunita e riconquistata. Racconta l’artista: “Sto dipingendo un mondo fantastico, dove chi osserva una mia rappresentazione entra in un ecosistema in continua trasformazione, da liquido a solido, dal reale all’immaginario, sino ad arrivare al magico dove cambiano le proporzioni, diversi punti di appoggio, apparizioni di vegetazione, insetti, animali tutto questo per comunicare a noi umani la nostra piccolezza, i nostri egoismi e prevaricazioni che perpetuiamo sul pianeta che ci ospita. Quindi ristabilire un ordine che non è solo nostro”.