Dario Arcidiacono nasce a Catania nel 1967 ed esordisce nel 1995, fondando il gruppo Ultrapop, con cui lavora fino all’aprile del 2003. Negli anni Novanta, quando l’ambiente culturale italiano è attraversato dalla ventata americana del pulp, anche gli Ultrapop lasciano il segno, rendendosi riconoscibili sulla scena artistica italiana, con uno stile e una ricerca giocati nel raggio delle subculture giovanili. Arcidiacono esplora l’iconografia fantastica horror degli anni Settanta-Ottanta (zombi, mutanti, disastri post-atomici, e fughe da New York) e le integra con le più recenti aspirazioni ambientaliste, cospirazioniste e mondialiste. Gli omaggi al fanta-horror e allo splatter, lasciano gradualmente spazio a precise denunce del reality-horror di una cronaca sempre più inquietante. Attirato dagli aspetti più bizzarri della realtà, Arcidiacono si rivela come un abilissimo “cronista pittorico” che smonta e rimonta gli eventi della cronaca mondiale, ripresentandoli in una dimensione nuova e certamente più funzionale alla sua idea di spettacolo visivo. L’11 settembre, come la guerra in Iraq, possono divenire il pretesto artistico per l’invito ad una ricerca morale o rivelarsi come una semplice carrellata d’orrori. Ad ogni modo non vi sono forzature nella pittura di Arcidiacono, non vuole esprimere giudizi, non partecipa emotivamente, non cerca lo scandalo. Rivede l’assurdo a modo suo. Lo colora, lo evidenzia, ne sottolinea alcuni dettagli, lasciando al pubblico la possibilità di riflettere e approfondire o semplicemente di alimentare la propria morbosità verso le realtà più sconcertanti.I tabù e i sacrilegi, nella pittura di Arcidiacono, finiscono col divenire, attraverso i colori, allegorie da raccontare ad un’umanità spersonalizzata e affamata di sangue. Dà per scontate, per non dire fisiologiche, violenza e brutalità, per tanto si può permettere di dileggiarle con chirurgica e garbata leggerezza.Dario Arcidiacono espone nel 1998 al Teatro dell’Elfo e a quello di Porta Romana a Milano. Nel 2000 è invitato al Palazzo della Triennale di Milano, l’anno successivo espone alla Casa del Mantegna di Mantova, al Pac e al Palazzo dell’Arengario di Milano. Nel 2002 è al Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce di Genova, alla Galleria Civica di Trento nel 2003 e alla Biennale di Venezia nel 2007 e nel 2013 nel Padiglione della Repubblica Araba Siriana. Vive e lavora a Milano.