Noemi Poffe


Noemi Poffe nasce a Verona il 19 luglio 1980. Durante la sua formazione ha partecipato a diverse mostre e concorsi. Viene segnalata per il “Salon Primo” 2005-2006 e per il “Salon Primo” 2006-2007; viene selezionata per il progetto passante Milano 2006-2007 con progetto a mosaico pavimentale realizzato in scala dalla ditta “Sicis”; partecipa al concorso “Avista” 2007 dove la sua opera viene selezionata e pubblicata; partecipa al “Salon Primo” 2007-2008. Le sue opere sono selezionate per il concorso “Le Accademie per il Beato Angelico” di Roma 2008, nel 2009 espone per il concorso “Il mondo a Brera, tutti i figli del genio” presso Villa Borromeo Visconti Litta. Nel 2010 è chiamata a realizzare affreschi e vetrate presso l’Istituto delle Sorelle della Sacra Famiglia a Verona. Nel 2013 realizza interventi decorativi alla Casa di accoglienza “Casa Leopoldina” San Zeno di montagna. Nel 2016 realizza un intervento ad affresco e mosaico presso il Monastero Santa Elisabetta Sorelle Povere di Santa Chiara. Nel 2017 realizza un intervento ad affresco nel presbiterio della chiesa di San Domenico Savio a Verona. Nel 2018 realizza una Via Crucis presso la nuova Chiesa di San Pietro Martire a Balconi di Verona. “Gli oggetti non solo possono rievocare memorie passate, ma addirittura possono dare corpo all’immaginazione, la quale ha bisogno di una forma, di una narrazione. Nei miei lavori “memorie di polvere” voglio narrare e rievocare le memorie di un luogo, quello in cui sono nata. La storia, che caratterizza questo luogo sin da epoche preistoriche, ci ha lasciato tracce e reperti che sono rintracciabili quasi ovunque in questo territorio. Questo teatro carico di storia raccoglie recitazioni di generazione in generazione che ho raccontato attraverso opere fatte di polvere di pigmento, quasi a rievocare la fragilità della vita stessa. Scavando nel terreno della mia abitazione mi è accaduto di trovare una sorta di reperti archeologici di provenienza sconosciuta: oggetti prevalentemente agricoli come la falce e il falcetto, il rastrello, forbici, martelli, tenaglie, chiodi, chiavi e forchette. Oggetti che diventano anch’essi reperti di un passato non molto lontano. Scavando attorno alla roccia sono emersi piccoli cocci di vasi, forse risalenti al medioevo e probabilmente legati al borgo medievale che risiedeva proprio nei pressi della mia abitazione. Si attesta infatti che vi siano i resti delle mura di un castello risalente al X secolo in località Borgo dove è situata la mia dimora. Infine, il ritrovamento di fossili: le ammoniti resti di una fauna marina che popolò queste zone nel Terziario quando il mare ricopriva le valli. Gli oggetti che ho trovato nelle ricerche sul territorio hanno molto da raccontare. Sono reperti carichi di significato e di storia serviti per rinsaldare i legami con il mio passato e con le esperienze trascorse: necessario nutrimento del nostro presente. Memorie di Polveri sono tracce di un passato che ho voluto fermare nell’intonaco -come nella tecnica ad affresco- per renderle pietre incancellabili dal tempo. Sono polveri di pigmento che prendono la forma degli oggetti trovati. Il pigmento lasciato cadere sull’intonaco fresco viene inglobato e si trasforma in pietra. Anch’essi diventano reperti e ricordi di un tempo ormai perduto ma che restano vive testimonianze di una storia”.