Paolo Maggis


Pittore tra i più talentuosi delle ultime generazioni, Paolo Maggis nasce a Milano il 29 dicembre 1978. Tra il 1996 e il 2000 studia presso l’Accademia di Belle Arti di Brera frequentando il corso di pittura con il professore ed artista Beppe De Valle. Terminati gli studi inizia la sua carriera espositiva e nel 2005 si trasferisce a Berlino (Germania) sino agli inizi del 2008 anno in cui si sposta a Barcellona (Spagna) dove tutt’ora vive e lavora. Su Paolo Maggis sono stati pubblicati diversi cataloghi: Paolo Maggis- Monito(r) pubblicazione Skira; Paolo Maggis, Cacho a Cacho e In Nodum Coacti pubblicazione Silvana Editoriale. Nel settembre 2011 viene presentato presso le sale del Pan di Napoli il nuovo libro Paolo Maggis pubblicazione Carlo Cambi Editore sui primi dieci anni di lavoro dell’artista in occasione della mostra omonima. Nel 2012 viene presentato sempre il nuovo libro BIONERS – Paolo Maggis, Bigas Luna a cura di Roberta Bosco. Nel 2013 lo stesso editore pubblica il libro Earth/Stars che racchiude al suo interno le immagini del ciclo omonimo. Del 2019 Zel Editore pubblica Close-Up che racchiude le opere dipinte a partire dal 2015 che trasformano l’immagine in un circuito astratto di elementi che si allontanano dalla forma a volte per perdersi ed altre per ricostruirla. Fondamentale per lo sviluppo del suo lavoro l’amicizia con l’artista e cineasta Bigas Luna. Paolo Maggis inoltre ha scritto di arte e cultura per vari blog e giornali, nel gennaio 2018 viene pubblicato da Samuele Editore il suo libro di poesie Il nome di Dio ed attualmente scrive a quattro mani con Davide Rondoni la rubrica Arte e libertà per il magazine di letteratura Satisfiction. Nel 2020, Paolo Maggis inizia a registrare in casa i suoi brani dando origine così a tHE cRAVING rOOTS, un progetto musicale ed artistico che ha come finalità la partecipazione di chiunque voglia entrarne a far parte. Il primo album Indigo è stato pubblicato il 31 settembre 2022. L’arte di Paolo Maggis si situa nell’ambito della ricerca gestuale/astratta che utilizza la realtá come fonte sorgiva per potersi sviluppare. Seppur proveniente da una accademia realista basata sulla fedeltá alla forma del soggetto, in Maggis si nota sin dagli inizi una necessitá espressiva che trascende, appunto, la correttezza formale, per trasportarla nel territorio dell’espressione astratta che oscilla tra introversione ed estroversione. L’opera é il risultato di una lotta della materia pittorica che si libera dei limiti imposti dal soggetto. La carica fortemente espressiva, autonoma, spesso ai limiti della violenza é indipendente tanto da sottrarre alla realtà le sue sembianze per poi ritrasmetterle secondo forme nuove. Ogni pennellata, ogni colore gioca un ruolo determinante per la costruzione dell’opera.La comunicazione avviene a livello epidermico prima ancora che concettuale. Il processo costruttivo dell’opera porta spesso il gesto ad un esito crudo che fa dell’energia, tenacia ed intenzione il punto cardine dell’espressione. Nelle opere di Paolo Maggis si legge chiaramente la necessità che ogni gesto compiuto sulla tela sia definitivo, per intenzione e qualità pittorica.